iPhone è come Superman, e vi spiego perché

iphone superman

Chi mi conosce lo sa, vivo ad Urbino per motivi di studio (e un po’ per paura di fare il salto verso una grande città, ma questa è un’altra storia), e qui ho assistito di recente alla festa della città per carnevale, con tanti travestimenti e maschere molto belle. Una in particolare mi ha colpito, al punto di farmi dire che iPhone è come Superman. Se questo paragone non vi è chiaro non vi preoccupate, leggete e capirete cosa intendo.

Presupposto che non amo il carnevale. Non amo le urla né che mi vengano lanciati i coriandoli addosso: io non li voglio, i coriandoli. Si infilano ovunque, prudono, danno fastidio. Però è una festa che, pur sembrando banale e semplice (ci si traveste e si fa casino) ha un significato molto profondo, quello di eliminare il pudore, ribaltare l’ordine, far sì che ognuno faccia ciò che vuole, tanto che come dice il proverbio a carnevale ogni scherzo vale. Questo almeno era originariamente: certo oggi si è persa la caratteristica funzione di sfogo e ribaltamento dei ruoli grazie alla maschera, ma credo sia ancora una grande occasione per un’analisi socio-antropologica, anche solo osservando i travestimenti.

Ieri Superman, oggi iPhone

Ecco perché credo che una maschera in particolare, che ieri ho visto alla sfilata di carnevale di Urbino, mi ha colpito. O meglio, una serie di maschere, che potete vedere nella foto di seguito.

Il tema era il telefono, e non sono andato a chiedere alle persone perché proprio iPhone, perché Twitter ecc. La prima cosa che ho pensato è che, al di là del perché che può essere variabile, le persone sono arrivate a mascherarsi da iPhone, da uccellino di Twitter, da Apple, da Instagram. Può sembrare una cazzata, ma vi assicuro che se ci pensate non lo è.

Prima dei social media i bambini si mascheravano da supereroi, da Superman per fare un esempio chiaro, e oggi da iPhone. Era un modo per definire ciò che si desiderava essere, un sogno, un super uomo in grado di compiere super azioni. E oggi? Oggi ho visto bambini mascherati da Twitter, da iTunes.

Credo che a livello inconscio, e al di là di quanto possa essere normale, visto che sono simboli, icone, in realtà prodotti con cui abbiamo a che fare tutti i giorni, sia un fatto molto interessante da analizzare. Sparisce la volontà di agire, di fare qualcosa di straordinario, di distinguersi. Si sostituisce a ciò la volontà di avere qualcosa, qualcosa che tutti hanno, ma la cui mancanza fa sentire inferiori. Spariscono l’ideale, la personalità, la creatività. Si sostituiscono a queste caratteristiche il puro consumo, il bisogno di essere inclusi in un gruppo, la necessità di avere attenzioni per qualcosa di normale e non di straordinario.

E tu che ne pensi?

Da un punto di vista antropologico credo che questa analisi possa essere – chiaramente, non essendo io un antropologo – fortemente migliorata. Se volete aggiungere qualcosa, ditemelo con un commento. Anche che tutto quello che ho detto non ha senso. Sono molto curioso di sapere se la mia analisi ha qualcosa, anche un solo spunto, condivisibile. 🙂




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