Chi è Cheick Diabaté?
Quasi 2 metri di altezza (194 cm) e numero 45 di piede, 30 anni da compiere tra pochi giorni (il 25 aprile), provenienza Mali ma calcisticamente francese: il centravanti del Benevento Cheick Diabaté rende il finale di stagione del Benevento entusiasmante.
E questo non significa che il Benevento abbia qualche oggettivamente alcuna speranza di salvarsi, certo, ma che la società e i tifosi abbiano l’onore che con il gioco hanno dimostrato di meritare per tutta la stagione. Il gioco del Benevento non è mai stato brutto, anzi, è stato molto apprezzabile. Molto meglio di altre squadre che si trovano a lottare per la salvezza.
Tanti anni al Bordeaux in Ligue 1, dove tra 2010 e 2016 segna 50 gol in 127 presenze. Nel 2016 passa in Turchia, all’Osmanlıspor, dove però resta solo sino a gennaio 2017, quando passa in prestito al Metz (14 reti in 8 presenze). A fine prestito ritorna all’Osmanlıspor, ma ancora, a gennaio 2018 passa in prestito a Benevento, e il resto è noto a tutti: 7 gol in 6 presenze, di cui due alla Juventus prima della classe, uno da 3 punti contro il Crotone, e due doppiette contro Sassuolo e Verona.
Perché Diabaté funziona in Serie A
Diabaté ha dimostrato di funzionare in Serie A, e lo sta dimostrando con una discreta continuità. Le sue prestazioni vengono riconosciute anche dall’attenzione di squadre come la Sampdoria, il Sassuolo, il Chievo ed il Cagliari (Fonte Primocanale.it). Ma perché dovrebbe esserci interesse per Diabaté? Ovvero, perché Diabaté funziona in Serie A?
Per rispondere a questa domanda analizziamo il giocatore: molto fisico, meno tecnica. Non velocissimo, non particolarmente agile, ma pronto a fare gol senza complimenti. È un giocatore alla Luca Toni, potente e prestante fisicamente, che fa salire la squadra e fa gol, un attaccante alla vecchia maniera – mi scuso per la nostalgia. Vediamo nel dettaglio come fa gol Diabaté: prima rete contro il Crotone, all’esordio. Diabaté cerca la palla in area, segue bene l’azione, aspetta davanti alla porta e si fa trovare pronto con una zampata.
Seconda e terza rete di Diabaté, contro l’Hellas Verona. Di testa su traversone e ancora, finalizzazione con zampata sotto porta. L’attaccante maliano va vicino al gol in molte altre occasioni, dimostrando di muoversi molto bene sulla linea del fuorigioco, e di saper trovare molto bene la posizione in area di rigore.
Quarta e quinta rete, altra doppietta, stavolta in casa della Juventus. La prima rete è un’altra zampata sotto porta: ancora prontissimo, posizionato molto bene in area di rigore. Seconda rete di testa, su corner. Come in precedenza Diabaté dimostra potenza fisica e ottimo senso della posizione.
Sesta e settima rete segnate, con la terza doppietta di seguito, in casa del Sassuolo. La prima è splendida, è la rete che non ti aspetti: faccia a faccia con Consigli Diabaté cerca e trova una rete di pallonetto. La seconda rete invece arriva in spaccata su cross basso dalla sinistra. Ancora, potenza fisica e spiccato senso della posizione.
Diabaté è il classico attaccante da squadra medio-piccola
Diabaté, come riportato dal Corriere dello Sport, non ha intenzione di smettere di segnare. Ci credo. Probabilmente sarà così. Diabaté funziona in Serie A per diverse ragioni: la prima è che non è un ragazzino, non è una meteora. Non esce da un vivaio senza alcuna esperienza, non ha particolare bisogno di adattarsi al calcio professionistico. È nel pieno della maturità calcistica, a 30 anni può garantire esperienza e prestanza fisica.
La seconda ragione è che La seconda è che in un campionato in cui il calcio è molto tattico, le partite si spaccano con particolare classe o con il fisico. Diabaté è un giocatore che ha il fisico anche se non ha grande classe, è il giocatore che si fa trovare nel posto giusto al momento giusto, e dall’alto dei suoi quasi due metri di altezza, si fa trovare anche quando gli avversari non vorrebbero: ha grande prepotenza. Diabaté è, secondo me, il giocatore perfetto per una squadra (non assolutamente in senso dispregiativo) di provincia.
Inserirlo in una squadra come la Sampdoria dove il movimento degli attaccanti è tanto potrebbe essere difficile, ma credo che sia perfetto nel ruolo di finalizzatole senza troppe responsabilità in fase di costruzione. Si veda quello che Pavoletti sta facendo a Cagliari, o quello che a suo tempo è stato fatto appunto da Luca Toni, o i tanti attaccanti che negli anni hanno segnato tanti gol giocando come gioca Diabaté, con il fisico, con il senso del gol, e con la prontezza. Se resterà in Serie A, secondo me, sarà un giocatore da almeno 10 gol a stagione.
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