Da bambini si giocava a pallone per strada. O nel campetto dell’oratorio. Tutti i giorni. Tutto il pomeriggio. Non sempre le squadre erano equilibrate, spesso si giocava in numero diverso: 3 vs 4, 4 vs 5, ecc. L’importante era giocare, non contava altro. Alla squadra in inferiorità si dava un vantaggio, il portiere volante. Il portiere così poteva andare dove voleva, superare il centrocampo (o la pietra che lo segnalava), fare gol.
Nel corso dell’ultimo decennio abbiamo assistito a una enorme modernizzazione nel calcio giocato, che riguarda il ruolo del portiere. Prima la sempre maggiore necessità di avere “i piedi buoni” per indirizzare meglio il pallone e abituarsi a ricevere retro passaggi. Poi il coinvolgimento crescente nelle azioni. Poi, resa popolare dal Bayern Monaco di Guardiola con Neuer, l’uscita sistematica dall’area di rigore, diventando un vero e proprio difensore aggiunto.
La tattica nel calcio moderno è in continuo mutamento. Recentemente è cambiato profondamente il ruolo dei terzini, definiti e più volte con successo trasformati in primi registi. Giocatori con tecnica e visione di gioco in grado di andare a giocare dentro il campo (si pensi a Cancelo, per considerare un giocatore del nostro campionato, o Marcelo per essere ancora più chiari). Il portiere potrebbe essere il prossimo ruolo protagonista del mutamento toccato, anche ai trequartisti, oggi meno fantasisti, più fisici e integrati nel gioco di squadra – in merito suggerisco articolo recente di Rivista Undici.
Il portiere alla Neuer fino ad oggi è stato concepito come portiere volante solo in qualità di difensore aggiunto. Come analizzato da Luca Bedogni su Calciomercato.com (link a fine post), stiamo parlando ora dell’Oltre-Neuer, del coinvolgimento attivo del portiere. Coinvolgimento attivo che in molte squadre anche in Serie A abbiamo già visto molto spesso nella manovra che parte proprio dal portiere, con le rimesse dal fondo corte per riuscire col fraseggio a far alzare il pressing avversario e, aggirata la prima linea, trovarsi in superiorità numerica in costruzione di manovra.
Il nuovo ruolo del portiere potrebbe invece essere molto più alto. Molto più mediano che libero. Diversi i richiami, dal Pollersbeck dell’Amburgo a Neuer, la posizione è quella. Portiere nella trequarti in fase di possesso. La differenza tra il primo e il secondo sta nella tipologia di possesso. Neuere stava alto in fase di possesso palla stile tiki taka, non avendo tanto un ruolo attivo ma, come già detto, quello di primo difensore. Pollersbeck (vedi foto di seguito) si alza in una posizione da mediano, con i due centrali che si allargano ai suoi fianchi, e conseguente movimento a seguire del resto della squadra, creando una superiorità numerica molto differente.
Rischi in questo tipo di gioco? Tanti. Ma se eseguito bene tanti anche i vantaggi, tra cui quello di far rifiatare la squadra e costringere gli avversari ad una inevitabile inferiorità numerica in quanto a giocatori di movimento. Thiago Motta, allenatore Under 19 del PSG, ha addirittura secondo quanto riportato da Sport Bible in un’intervista a Gazzetta cominciato a coniare un nuovo tipo di schema che include, nei numeri, già il portiere. Il 2-7-2 che vedete nella grafica in seguito. Il portiere, esplicitamente, conta come mediano, e i primi “due” sono due centrali, più bassi dello stesso portiere.
“Il portiere conta come uno dei 7 giocatori di centrocampo. Per me, l’attaccante è il primo difensore, e il portiere è il primo attaccante. Il portiere comincia il gioco, con i piedi e gli attaccanti sono i primi a mettere pressione per recuperare la palla.”
Il portiere voltante è il futuro del calcio. Per davvero. Voi che ne pensate?
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