Il reddito di cittadinanza è stato uno dei cavalli di battaglia dell’ultima campagna elettorale. Non voglio entrare nel merito del suo essere un provvedimento giusto, sbagliato, sostenibile, insostenibile, e via dicendo. Di fatto sono state tante le persone ad aver cercato frequentemente informazioni su come richiedere il reddito di cittadinanza, con chiavi come “reddito di cittadinanza 2018”, “reddito di cittadinanza chi ha diritto” e così via.
Ora che ci avviamo alla fine dell’anno, ovviamente, risulta in crescita la ricerca di informazioni sul prossimo futuro, quindi con chiavi (di seguito screenshot da Google Trends) come “reddito di cittadinanza 2019”.
Durante l’anno abbiamo però visto il tema ricorrere periodicamente, e sempre con grande interesse dell’opinione pubblica (ancora, non è in questa sede determinante se in positivo o in negativo). Per questa ragione l’agenzia di comunicazione Ars Digitalia ha deciso di creare un sito fasullo, redditodicittadinanza2018.it, dove non poter “prenotare” il proprio reddito di cittadinanza. Lo scopo reale della pagina è mostrare con quanta facilità e superficialità si forniscano i propri dati personali a siti dalla dubbia affidabilità. E l’esperimento è pienamente riuscito, visto che stando a quanto riportato da diverse testate tra cui TPI, ci sarebbero stati da marzo a oggi circa 500 mila tentativi di richiesta, e quindi 500 mila persone avrebbero fornito i propri dati – stando a quanto riportato da Ars Digitalia, nessuno dei dati forniti è stato realmente registrato.
Tutto ciò nonostante il sito sia pieno di indizi ed elementi utili a comprendere che si tratta di una provocazione, di un sito fake appositamente creato per scimmiottare la tematica politica. 500 mila persone non si sarebbero dunque accorte di nulla, provando seriamente a inoltrare la propria richiesta. Andate sul sito redditodicittadinanza2018.it e provate a osservare, senza nemmeno perdere troppo tempo o concentrarvi troppo. Negli screenshot di seguito solo alcuni elementi, che dovrebbero rendere chiaramente l’idea di quanto NON sia un sito ufficiale, istituzionale, con cui effettuare una richiesta del genere.
Oltre tutto ciò, se provate a inserire i vostri dati, in ogni caso vi dirà che non è stato possibile effettuare la richiesta, qualcosa manca. Provate a reinserire tutto, e vedrete la pagina web “impazzire”, le caselle spostarsi e tutto il layout ribaltarsi.
Un’altra prova dell’analfabetismo digitale – non che ci fosse bisogno
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